In Cosa Crediamo
Credenze Centrali (ver. 1.0)
Universo
L’Universo è un’entità divina e sacra.
Quando si parla di Universo, non si intendono solamente i pianeti, le stelle, le galassie che lo popolano. Questi sono soltanto una parte di ciò che intendiamo per Universo. Piuttosto, con questo termine intendiamo la totalità di tutto quanto esiste. La sua etimologia rende bene l’idea: universo (dal latino unus = uno e versus = volto), vale a dire “voltato in uno”, “girato verso uno”, “unito insieme”. Questo concetto riflette l’inequivocabile immagine di “tutto ciò che esiste”, essendo l’Universo appunto girato, o unito insieme, in un’unica entità o sistema coerente e complessivo. Il termine evoca l’immagine di molteplici parti che si combinano per formare un tutto unico e armonico. In altre parole, l’Universo è il complesso che racchiude in sé lo spazio e tutto ciò che contiene: materia ed energia. Per questo motivo l’Universo è un’entità divina e sacra, perché oltre a contenere il creato (la materia), contiene anche il creatore (vale a dire se stesso) contenendo Energia, la stessa energia creatrice che anticipa la materia, e dalla quale ogni manifestazione della realtà sensibile origina. L’Universo è pertanto creato e creatore allo stesso tempo. Ogni elemento, dal più minuscolo granello di sabbia alle più grandi ed imponenti galassie, è intriso di energia creatrice, di divinità. Questa visione panteistica ci porta a vedere il creatore non come un’entità esterna o separata, ma come l’immanenza dello stesso Universo. Ogni albero, ogni fiume, ogni montagna è una manifestazione visibile della presenza divina, che rende sacro ogni angolo dell’esistenza.
Normalmente chiamiamo questa divinità Universo, o Coscienza, o Coscienza Universale, in base all’aspetto che vogliamo evidenziare. Ma riteniamo anche che il nome non sia importante. Chi vuole, può chiamarlo Dio, Yahweh, Supremo, Ordine Superiore, Cosmo, Campo Quantistico, Coscienza, Coscienza Universale, o altro: ciò che conta è che si abbia ben chiara la natura dell’istanza divina cui ci si sta riferendo.
Nascita (e Morte) dell’Universo
L’Universo è sempre esistito.
È questo un concetto che la mente umana non riesce ad afferrare, perché è modellata su principi di logica lineare a base duale, che prevedono sempre e comunque un prima e un dopo, un inizio e una fine e un’unica direzione di percorrenza del tempo. L’Universo, invece, non ha né inizio, né fine, bensì è sempre esistito e non avrà termine. Per comprendere questo concetto è necessario fare un salto logico e passare dalla logica lineare duale a quella circolare. Il tema della circolarità verrà trattato più avanti, ma per il momento immaginiamo di avere tra le mani una striscia di carta, vale a dire una struttura lineare caratterizzata da un inizio e una fine. La nostra mente non faticherebbe a rappresentare con quella striscia di carta la vita dell’Universo se fosse una vita che ha un inizio, una durata e una fine. Per l’Universo, però, questo principio non vale. Per comprendere come sia da concepire la vita dell’Universo, prendiamo le estremità della striscia di carta e uniamole l’un l’altra con un pezzetto di scotch o con della colla: otteniamo un anello, un cerchio. Questa è una rappresentazione già più calzante. In questo cerchio, inizio e fine (della striscia di carta) coincidono, e pertanto non sono più riconoscibili né un inizio, né una fine. Possiamo allora immaginare la vita dell’Universo come una perpetua trasformazione da un momento di nascita (che però origina da una precedente morte, e dalla relativa antecedente vita), per passare a una sequenza di trasformazioni, fino a giungere ad una morte (la chiusura del ciclo) che corrisponde però an una contemporanea rinascita.
La scienza tradizionale parla di Big Bang come del momento della nascita dell’Universo, originato dall’esplosione della singolarità, cioè una regione dello spazio in cui era concentrata tutta la materia sotto forma di energia, in condizioni di densità e temperatura estreme. Sui motivi per i quali quel punto esistesse e quel punto sia esploso, la scienza non ha ancora trovato spiegazioni razionali.
Noi diciamo invece che il Big Bang è il punto dove i due estremi della striscia di carta sono stati uniti. Il Big Bang è il momento in cui il nuovo ciclo di espansione dell’Universo ha avuto inizio. Nella nostra era stiamo ancora vivendo la fase crescente del ciclo, la fase di espansione. Ma arriverà il giorno in cui questa espansione si arresterà e prenderà avvio il processo di contrazione, che durerà milioni di anni, fino ad arrivare ad una nuova singolarità, momento in cui il ciclo vitale dell’Universo si chiuderà e se ne avvierà uno nuovo, con un nuovo Big Bang. Crediamo che l’Universo e tutto ciò che contiene passino attraverso fasi continue di creazione, sostentamento e distruzione, solo per rinascere ancora una volta in un eterno ritorno.
Tempo
Il tempo non è lineare, ma circolare, ciclico.
La temporalità nel nostro culto non è percepita come una linea retta ma come un ciclo eterno di rinascita e rigenerazione. Questa ciclicità del tempo riflette la natura stessa del divino, che si rinnova costantemente in forme sempre nuove e diverse. Essendo il creato è fatto a immagine e somiglianza del suo creatore, tutto il creato ha natura ciclica. La nostra percezione del tempo e dello spazio è profondamente radicata nella concezione che ogni fine è un nuovo inizio. Le rivoluzioni dei pianeti, le stagioni che cambiano, il giorno che cede il posto alla notte, il ritmo sonno-veglia e quello circadiano, il nostro respiro, il battito del nostro cuore, e persino la nostra esistenza terrena che si trasforma in un’altra forma di vita dopo la morte, sono tutte testimonianze di questo ciclo cosmico. In questo modo, il tempo ciclico non solo struttura il nostro Universo ma anche le nostre vite, offrendoci infinite opportunità di crescita, apprendimento e illuminazione.
Nel Culto dell’Eterno Ritorno, il tempo è considerato un riflesso della natura intrinseca del divino. L’Universo (o Dio, o l’Ordine Superiore), non è statico ma dinamico, continuamente impegnato in un processo di auto-rinnovamento. Come un artista che non cessa mai di creare nuove opere, così il divino modella e rimodella l’Universo, cioè sé stesso. Questa perpetua morte/rinascita è vista come una manifestazione della vitalità e dell’infinita creatività dell’essenza divina.
La ciclicità del tempo si manifesta in istanze naturali del divino che sono facilmente osservabili nella vita quotidiana: le stagioni che cambiano, ad esempio, offrono una chiara rappresentazione di come la fine di un periodo, come l’inverno, segna l’inizio di un altro, come la primavera. Questo ciclo di morte e rinascita è analogo alla notte che cede il posto al giorno, simboleggiando che ogni fine è semplicemente il preludio di un nuovo inizio.
Creazione
La creazione è un processo di separazione e di evocazione.
Qualsiasi mito della creazione parla di una separazione: da una condizione di iniziali unità ed equilibrio, a seguito di un evento, si passa ad uno stato di separazione, di dualità. Lo stesso mito della creazione del Cristianesimo, che culturalmente ci è senza dubbio più familiare, vede Adamo ed Eva in una situazione iniziale di unità, di armonia con Dio, un tutt’uno con esso e il Paradiso Terrestre. L’evento critico, il morso alla mela, determina la “rottura” dello stato di quiete (apparente) e il conseguente passaggio alla dualità: Adamo ed Eva si riconoscono come distinti, l’uno dall’altra, e da ciò che li circonda, e si coprono i genitali con delle foglie di fico per la vergogna.
Nel mito di Adamo ed Eva e in tutti gli altri miti, il concetto di fondo è sempre lo stesso, ed è quello che anche noi sposiamo: nella notte dei tempi, la Coscienza universale, inizialmente unitaria, si è divisa in due, si è “accorta di esserci”. È in questo preciso istante che nasce la separazione, la dualità, e, assieme, la prima emblematica coppia di opposti: il soggetto (che deve conoscere) e l’oggetto (che deve essere conosciuto), due istanze distinte dello stesso Principio Creatore, da cui originano tutti gli altri opposti che caratterizzano il mondo che conosciamo. La Coscienza universale, così separatasi, non si conosce sotto questa nuova forma e pertanto, per conoscersi, deve fare esperienza di sé. Con questo “desiderio”, la Coscienza entra nel dominio della creazione e della conoscenza, facendo esperienza di se stessa, evocando da se stessa tutto quanto può contenere, vale a dire il Tutto. È qui che nasce la realtà, la materia, come effetto della dialettica tra opposti, un principio che caratterizza tutto quanto esiste. È qui che nasce la vita.
Vita e Senso della Vita
La vita è esperienza e conoscenza.
Il mondo che ci circonda, e tutto quanto vi accade, non esiste di per sé, non è già lì. È la Coscienza che lo evoca, organizzandolo nelle strutture fisiche che ben conosciamo, e animandolo delle dinamiche che lo regolano. E noi, noi siamo scintille della stessa Coscienza Universale che fanno esperienza. Siamo anche noi istanze di Coscienza che devono conoscere, conoscersi, che devono fare esperienza. E siamo noi che evochiamo il mondo che ci circonda, affinché se ne possa conoscere ogni suo aspetto, affinché se ne possa fare esperienza. Siamo frammenti della Coscienza Universale che fanno esperienza del mondo. Siamo istanze individuali di questa Coscienza, impegnate a conoscere e a conoscere noi stessi attraverso l’esperienza. Il senso della vita risiede dunque nell’apprendimento e nell’acquisizione di conoscenza. Ogni pensiero, ogni emozione, ogni azione, ogni accadimento ci offre un’opportunità per accrescere la nostra comprensione del mondo e di noi stessi. La nostra intera esistenza diventa quindi un processo di scoperta costante, in cui ogni interazione e osservazione contribuisce a espandere la nostra comprensione.
Nascita, Vita, Morte, Rinascita
Non basta una vita per conoscere.
La concezione ciclica del tempo ha significative implicazioni filosofiche e spirituali. La più importante riguarda la comprensione che l’Anima, una scintilla della Coscienza Universale, si reincarna attraverso vari cicli di nascita, vita, morte e rinascita.
Questa Anima è una manifestazione individuale di una Coscienza più grande, un frammento che mantiene la sua unicità mentre è impegnata in un percorso di crescita e sviluppo. L’Anima è un’entità consapevole che, prima di incarnarsi in un corpo in ogni nuovo ciclo di vita, sceglie le esperienze che intende vivere. Ogni incarnazione è quindi un’opportunità per l’Anima di affrontare sfide specifiche e di evolversi attraverso di esse. Le esperienze non sono casuali, ma scelte con cura in accordo con il livello di crescita spirituale raggiunto e gli obiettivi che l’Anima si prefigge. Questo processo decisionale riflette il desiderio di acquisire una comprensione più profonda di sé e del mondo, nel processo che la Coscienza universale, “accorgendosi di sé” nella notte dei tempi ha avviato. La vita rappresenta un’opportunità per affrontare una serie di lezioni ed esperienze, per incontrare individui che contribuiranno al nostro apprendimento e per comprendere le sfide come passi verso l’evoluzione spirituale. Oltre il momento della morte, l’Anima torna al dominio della Coscienza universale (ciò che normalmente chiamiamo aldilà), ove viene fatto un bilancio tra ciò che era stato scelto per il ciclo di vita terrena appena terminato e quanto in realtà l’Anima, condizionata dalle richieste materiali del Corpo e della Mente, sia riuscita realmente ad esperire. Dopodiché, quando sarà opportuno, l’Anima si incarnerà in un nuovo corpo, per affrontare un nuovo ciclo di vita.